domenica 7 dicembre 2008
L’Italia per Africom
da nigrizia.it 04/12/2008
Luciano Bertozzi
Lanciato nell'ottobre 2007, è operativo dal 1 ottobre 2008
Le basi statunitensi di Vicenza e Napoli saranno sede di Africom, anche se il comando generale resta a Stoccarda. Italia sempre più allineata con Washington. Nessun paese africano ha accettato di ospitare il comando, accusato di voler controllare le risorse africane.
Napoli e Vicenza saranno due delle quattro basi che ospiteranno Africom, il comando militare USA che ha giurisdizione sull’Africa. Lo ha affermato il Ministro degli esteri Frattini nel corso di una conferenza stampa con l’ambasciatore statunitense, Spogli. Il nostro paese diverrà quindi una pedina sempre più importante per gli scenari strategici statunitensi.
Nella città partenopea vi sarà il comando navale, a Vicenza quello delle forze di terra. Secondo il Ministro le due componenti di Africom “operano nel quadro della NATO”, affermazioni poco credibili: il comando americano è una struttura interamente del Pentagono. Secondo quanto spiegato da Frattini, pur operando all'interno delle basi statunitense "la componente civile della missione Africom" (non si tratterebbe quindi di militari) lavorerà nel settore NATO.
Africom, la nuova struttura militare nordamericana creata a fine 2007, attualmente ha il quartiere generale a Stoccarda, in Germania: Bush non è riuscito a convincere nessun paese africano ad ospitare le basi. Gli ultimi rifiuti sono arrivati da Libia, Sudafrica e Nigeria, che temono di vedere i paesi del continente coinvolti in terreno di battaglia nella lotta al terrorismo.
Per molti inoltre la creazione di Africom è dovuta al crescente peso del petrolio africano che copre ormai circa un quarto del fabbisogno di Washington, con la prevalenza dei paesi che si affacciano sul golfo di Guinea (Nigeria fra tutti). Il rinnovato interesse di Washington per l’Africa è dovuto anche alla volontà di controllo delle altre risorse naturali che il continente possiede (finora sfruttate solo in parte) e per contrastare la Cina, che sta soppiantando le vecchie potenze coloniali e gli Stati Uniti stessi.
Gli obiettivi dichiarati dal Pentagono
Africom è divenuto operativo dal primo ottobre scorso, la sua area di attività copre tutto il continente ad eccezione dell’Egitto. Il suo compito principale consiste nel “promuovere la stabilità e la sicurezza sul continente, ed aiutare gli eserciti africani a fronteggiare le calamità naturali. Secondo il Pentagono l’obiettivo finale è la promozione di una buona Governance: Africom aiuterà le autorità civili africane nella lotta alla povertà. L’ambasciatore Spogli ha comunque affermato che”gli obiettivi di Africom vertono su prevenzione dei conflitti, promozione della crescita economica controllo dei flussi migratori e prevenzione del terrorismo”. Quest’ultimo è un aspetto preoccupante, viste le violazioni delle libertà fondamentali compiute da Washington in virtù di tale lotta : da Guantanamo alle extraordinary rendition (i sequestri di presunti terroristi inviati in Paesi terzi spesso mediorientali), alla pratica del waterboarding (considerata una tortura) durante gli interrogatori. Le operazioni militari statunitensi in Africa alcune segrete e le esercitazioni sono su base unilaterale e non su base NATO.
Il Congresso di Washington ha stanziato 266 milioni di dollari, 123 milioni in meno di quanto richiesto da Bush. Tale riduzione è stata motivata dalla mancanza di una presenza effettiva in Africa.
AFRICOM Commander General William E. Ward
Il ruolo dell’Italia
Il nostro paese sarà sempre più la punta di lancia del formidabile strumento bellico di Washington, grazie alla sua posizione strategica rispetto all’Africa. L’uso della contestatissima base di Vicenza non tiene conto dell’orientamento della popolazione locale, che, in prevalenza, non vuole una presenza muscolare così ingombrante. Difficilmente le due basi saranno utilizzate per rafforzare i diritti umani e le libertà fondamentali, ma di sicuro aumenteranno l’esposizione italiana nella guerra al terrorismo. Roma si allinea alla politica di Washington, senza tutelare i propri interessi: la decisione di ospitare Africom rischia di creare problemi nei rapporti politici ed economici fra il nostro paese e quelli africani, proprio mentre l’Italia ha ridotto al lumicino i fondi della cooperazione allo sviluppo ed è fra gli ultimi contribuenti alle spese per realizzare gli Obiettivi del Millennio.
Il messaggio del governo Berlusconi è quello di ribadire che la sicurezza è data dalla militarizzazione, e non dal garantire dignità umana alle persone. E’ da sottolineare che una scelta così importante non è stata sottoposta ad alcun vaglio parlamentare ed al Consiglio dei Ministri.
L’esclusione dal Parlamento dei partiti di sinistra ha eliminato la lotta alla militarizzazione della nostra politica estera dall’agenda politica. Del resto, come si è visto nelle Camere in occasione dell’iter della legge di bilancio, entrambi gli schieramenti hanno stigmatizzato la politica di tagli, seppure assai limitati, operata alle spese militari.
Popolo delle Libertà e Partito Democratico schierano ex generali e ribadiscono in ogni occasione la necessità di aumentare la spesa per le forze armate. La crisi economica, invece, dovrebbe dare impulso proprio alla ridiscussione dello strumento militare italiano. La riduzione degli stanziamenti per la difesa e soprattutto per nuovi armamenti potrebbe garantire le risorse per tutelare le famiglie in crisi, per erogare sussidi di disoccupazione di livello europeo. Appare quindi difficile che le Camere contrastino la decisione di Frattini.
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AFRICOM: ALTRI MILLE MILITARI USA IN ITALIA
da disarmiamoli.org
Con Africom giungono in Italia altri 1.000 militari USA
E il Pentagono sbugiarda Franco Frattini. Due giorni fa il ministro degli esteri italiano aveva annunciato la concessione agli Stati Uniti dell’utilizzo delle basi di Napoli e Vicenza per l’installazione di due nuovi comandi per le operazioni nel continente africano (Africom), “senza che ciò comporterà l’aumento su base permanente delle truppe Usa in Italia”. Le forze armate statunitensi fanno invece sapere che l’istituzione dei due quartieri generali è già attiva con l’assegnazione a Napoli e Vicenza di 750 militari, a cui se ne affiancheranno presto degli altri.
Intervistato dal quotidiano delle forze armate Usa “Stars and Stripes”, il colonnello Marcus de Oliveira, portavoce del comando dell’esercito statunitense SETAF (Southern European Task Force) con base a Vicenza, ha dichiarato che il personale di stanza nella città veneta “potrebbe aumentare di circa 50 unità, portando così il numero del personale militare operante a 300”.
A Napoli, invece, la Naval Forces Europe è stata ampliata per includere la componente navale di Africom che ha preso il nome di “NAVEUR NAVAF”. “Con uno staff di circa 500 uomini – scrive Stars and Stripes - questo comando potrebbe crescere entro i prossimi due anni di circa 140 unità”. Le finalità del nuovo quartier generale delle forze navali per l’Africa sono state sintetizzate dall’ammiraglio Mark Fitzgerald, comandante di NAVEUR NAVAF. “Focalizzeremo i nostri interventi in Africa costruendo la cooperazione regionale per la sicurezza nel continente”, ha dichiarato Fitzgerald. “Il modello a cui guardiamo è quello che vede attualmente gli stati della regione del Golfo di Guinea operare congiuntamente contro il traffico di droga, l’immigrazione illegale e il traffico di essere umani. La lotta alla pirateria continuerà ad essere un punto centrale per la Us Navy e per Africom”.
Con l’istituzione di NAVEUR NAVAF a Napoli, l’Africa Partnership Station (APS), la forza multinazionale che la Marina degli Stati Uniti ha promosso con i paesi dell’Africa occidentale e centrale, passa sotto il controllo del comando di Napoli. Buona parte delle operazioni di rifornimento munizioni, carburante e materiali logistici delle unità impegnate in esercitazioni in ambito APS continueranno però ad essere coordinate dal “Fleet and Industrial Supply Center” (FISC), il centro logistico delle forze navali degli Stati Uniti istituito a Sigonella il 3 marzo 2005. Nella base siciliana è pure presente uno dei reparti di punta della nuova strategia di penetrazione militare nel continente africano, la “Joint Task Force JTF Aztec Silence”, una forza speciale dotata di aerei P-3c Orion per la conduzione di missioni d’intelligence, sorveglianza terrestre, aerea e navale in Africa settentrionale, occidentale e nel Corno d’Africa.
Oltre al Comando terrestre di Vicenza e a quello navale di Napoli, Africom ha attivato un quartier generale delle forze aeree a Ramstein (AFAFRICA) e un comando delle forze del Corpo dei Marines a Boeblingen (MARFORAF). Sempre in Germania, a Stoccarda, ha sede il quartier generale di Africom, destinato però ad essere trasferito nel Sud Europa. A contendersi Africom la base navale Usa di Rota-Cadice in Spagna e ancora una volta la Naval Station di Napoli-Capodichino.
Antonio Mazzeo
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Si chiama AfriCom la nuova servitù militare
Martedì - nello stesso giorno in cui è arrivato a Roma il generale David Petraeus, capo del Comando centrale che conduce la guerra in Afghanistan - è giunto a Vicenza il gen. William Ward, capo dell'appena costituito Comando Africa (AfriCom), per presenziare, alla caserma Ederle, alla «cerimonia di trasformazione» della Forza tattica statunitense nel Sud Europa (Setaf). Essa diviene la prima componente dello U.S. Army Africa (Esercito Usa per l'Africa), dipendente dall'AfriCom. Opererà quindi da Vicenza un nuovo comando militare, denominato «Setaf/U.S. Army Africa», il cui compito sarà quello di pianificare e condurre le operazioni in Africa, ma che resterà disponibile anche per quelle Nato.
La Squadra di combattimento 173a brigata aviotrasportata, di stanza a Vicenza, resterà sotto il Comando europeo degli Stati uniti. La dislocazione a Vicenza del comando delle forze terrestri AfriCom comporta un potenziamento della presenza militare statunitense. Il nuovo comando certamente userà, per le operazioni in Africa, la 173a brigata aviotrasportata. Poiché essa è una «unità modulare», formata da sei battaglioni, potrà incorporare altri reparti per tali operazioni. Crescerà quindi la necessità di raddoppiare la base Usa di Vicenza, da cui oggi partono truppe per l'Afghanistan e l'Iraq. Aumenterà di conseguenza la militarizzazione del territorio.
Lo stesso avverrà a Napoli, dove viene dislocato il comando delle forze navali AfriCom. Poiché le navi da guerra usate per le operazioni in Africa vengono fornite dal comando delle forze navali Usa in Europa, il cui quartier generale è a Napoli, ciò comporta un potenziamento anche di questo comando. Lo dimostra il fatto che l'ammiraglio Mark Fitzgerald ? comandante delle forze navali Usa in Europa e, allo stesso tempo, comandante della forza congiunta alleata ? è stato nominato anche comandante della componente navale dell'AfriCom. Ciò provocherà una ulteriore militarizzazione del territorio.
Contrariamente a quanto affermato dal ministro degli esteri Franco Frattini, il col. Marcus De Oliveira, capo del personale Setaf, ha comunicato che la presenza dei due nuovi comandi comporterà aumenti di personale militare: quello Setaf di Vicenza salirà a circa 300, mentre quello delle forze navali a Napoli, già «allargato per includere la componente AfriCom», sarà portato a circa 650 unità. Il ruolo dei due nuovi comandi però deve essere valutato non tanto in base al numero di «addetti», ma alla consistenza delle forze che essi possono mobilitare.
È inoltre prevedibile che l'appena costituito Corpo dei marines per l'Africa, il cui comando è attualmente a Boeblingen in Germania, opererà da Napoli. Anche la 17a forza aerea, messa a disposizione dell'AfriCom, opererà non dalla base tedesca di Ramstein, ma soprattutto da Aviano, Sigonella e altre basi in Italia. Supporteranno l'AfriCom anche la base di Camp Darby, che fornirà i materiali per le operazioni, e quella di Sigonella, da cui già opera una forza speciale per missioni segrete in Africa. Le unità AfriCom, durante le missioni, saranno collegate ai comandi tramite la rete di comunicazioni e intelligence di Sigonella, che verrà potenziata con l'installazione a Niscemi di una stazione terrestre del Muos, il sistema di telecomunicazioni di nuova generazione.
La dislocazione in Italia dei due comandi AfriCom comporterà quindi una ulteriore militarizzazione del nostro territorio, non solo nelle zone in cui si trovano. Mentre il ministro Frattini, con tono tranquillizzante, assicura che «non ci saranno truppe da combattimento, ma componenti civili».
Manlio Dinucci
11 Dicembre 2008
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2 commenti:
è una questione di qualità una questione di qualità...
una formalità
una formalità
non ricordo più bene
una formalità
faziosi cazzo
faziosi
state infilzando a morte
l'agonia del socialismo
fottutissimi drogati di cultura come i vostri nemici
liberatevi per un istante
dicevamo...
io sto bene io sto male io non so cosa fare...
minchia quanto facciamo schifo
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